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martedì 12 aprile 2011

SOLO INCOERENZA O FALSO IDEOLOGICO?


Oggi mi sento in vena di polemiche. Ma cosa significa: "l'acqua di casa è buona"? Per me significa che in qualsiasi momento metto un bicchiere sotto il rubinetto e me la bevo. Cos'altro, sennò? E mi sta pure bene! Anzi, dirò di più, io penso che anziché caricarsi del costo, del peso e del fastidio di comprare l'acqua dai venditori di plastica, è sempre meglio l'acqua di casa così com'è. Però poi ...

... non mi si deve venire a dire "mettiamo le casette dell'acqua" o "i fontanelli" o "che so io" così diamo alla popolazione l'acqua di ALTA QUALITA'. Che poi sarebbe l'acqua del rubinetto trattata al punto d'uso. Cioè esattamente quello che vado predicando in continuazione: "Per convincere la gente ad usare l'acqua del rubinetto, ci vogliono interventi concreti e non semplici chiacchiere!" Il successo (giusto e sacrosanto) che riscuotono le casette dell'acqua ogni volta che qualcuno le installa è la più plastica delle dimostrazioni di quanto ho sempre sostenuto.

E allora perché me la prendo tanto? Te lo dico subito, caro Tommaso. Oggi ho letto, su Repubblica.it di Firenze l'articolo dal titolo: "Fontanelli mon amour ecco le nuove postazioni". In esso si annuncia la prossima installazione di ulteriori 14 fontanelli in aggiunta ai 10 già esistenti nella provincia di Firenze. La spesa prevista (per i prossimi 14 in programma) è di 560.000,00 Euro  mentre il progetto finale assegna complessivamente 1.260.000,00 Euro per costruirne 74. I conti non tornano tanto, ma non mi pare questo il problema.

Cito dall'articolo un virgolettato che mi pare piuttosto significativo:
“Abbiamo sperimentato con successo il sistema dei fontanelli – sottolinea il Presidente di Publiacqua, Erasmo D’Angelis - con accessi record a Firenze ed a Pistoia ed andiamo avanti convintamente su questa strada. Non per niente nel Piano d’Ambito ne è prevista l’installazione di altri 74 in tutti i Comuni del nostro territorio con un investimento complessivo di 1 milione e 260 mila euro. Un impegno importante attraverso cui Publiacqua lancia tre messaggi positivi: si può risparmiare sui costi per l’acquisto di acque minerali che sono rilevanti; si possono ridurre i rifiuti e i trasporti; si può tranquillamente bere l’acqua del rubinetto controllata giornalmente, di ottima qualità e tra le migliori d’Italia”.

E allora, io mi chiedo, perché mai andate installando fontanelli di qua e di là? Che cosa deve pensare un utente intellettualmente normodotato? Ve lo dico io cosa viene da pensare: ma questi ci sono o ci fanno? Perché, se ci sono, allora siamo nella prima metà del nostro titolo. Ovvero, siamo in presenza di un caso palese di incoerenza comunicativa e comportamentale (dove contemporaneamente si dice sia che l'acqua di casa è buona e controllata, sia che mettiamo i fontanelli per avere acqua di alta qualità). Se invece ci fanno e cioè se, come è lecito sospettare, chi parla sa benissimo che L'ACQUA DEL RUBINETTO DEVE ESSERE NECESSARIAMENTE MIGLIORATA PER FAR SI' CHE VENGA ACCETTATA DI BUON GRADO DA TUTTI, allora ci troviamo di fronte ad un caso, direi, un pochino più inquietante.

Tu come chiameresti, infatti, l'atto di un amministratore pubblico che, a parole, certifica la massima qualità della propria acqua mentre, coi fatti, afferma esattamente il contrario?

E che dovrebbe fare, allora, il nostro bravo amministratore pubblico? Semplicemente dire la verità. Né più e né meno. Dovrebbe dire, ad esempio, che l'aggiunta di cloro nell'acqua potabile è un male necessario. Che allo stato attuale della tecnica non è ancora possibile evitare di usarlo. Che lo stato reale delle condotte e delle cisterne è quello che è ... e così via. E che vi sono sul mercato le tecnologie necessarie e più che sufficienti a fugare qualsiasi dubbio o preoccupazione con costi il più delle volte ragionevoli.

Dovrebbe, inoltre, e non è una differenza da poco, destinare una parte delle risorse economiche disponibili per questi scopi, all'incentivazione diretta dei cittadini. I quali potrebbero così farselo direttamente in casa propria il loro fontanello. Mettendo così anche in moto un po' di mercato reale diffuso e non soltanto un ristretto numero di realtà economiche più o meno grandi e comunque razzolanti nell'aia pubblica.

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