Benvenuto fra noi! Questo blog è rivolto a tutti coloro che, avendo a cuore la propria salute e quella dei propri cari, pensano che un po' del loro tempo speso a capirci qualcosa in più sull'acqua sia davvero un buon investimento.

venerdì 14 gennaio 2011

Tommaso addolcisce l'acqua con il sale.

Ci risiamo. Tommaso ne ha fatta un'altra delle sue. Ma che fa? Mette il sale nel caffè? Si fa una tisana al cloruro di sodio? Ma no, è tutto un equivoco, non è vero niente. L'ho già detto, Tommaso non è stupido. E neanche pazzo, aggiungo oggi. Per chi non lo sapesse, quando l'acqua contiene molto calcare, si dice che è dura e quindi Tommaso mette il sale nell'acqua per renderla più .... MORBIDA. Ma perché secondo voi qual'è il contrario di DURO? Ecco, si, esattamente .... il contrario di duro è morbido. E che ci voleva?!? Però, chissà chi e chissà quando, qualcuno ha deciso che quando l'acqua viene resa meno dura, si addolcisce. Bah? Per  me resta un piccolo e  insondabile mistero. Forse qualcuno avrà una spiegazione da offrirmi ed io ... la attendo fiducioso. Nel frattempo cercherò di chiarirti un po' le idee, mio caro Tommaso.....

Devi sapere che: quando tu sei costretto a chiamare il tecnico della caldaia perché non sei soddisfatto del suo rendimento (che tradotto significa che devi spendere più soldi per il gas); quando tua moglie si lamenta perché il lavello e la cucina nuova sono sempre ricoperti da una patina biancastra che per farla andare via ci vuole o una fatica da pazzi oppure quei prodotti specifici e miracolosi (che però costano un occhio); quando dai rubinetti esce un filo d'acqua a causa dei filtrini perennemente otturati; quando ti preoccupi per la Jacuzzi (complimenti, Tommaso, vedo che non te la passi poi tanto male, eh?) che se si guasta devi precipitarti in banca a rinegoziare il mutuo; e senza parlare della lavabiancheria e della lavastoviglie: detersivi e  brillantanti a più non posso; e poi, ..... vogliamo parlare della macchinetta per il caffè con le cialde? NO? CHE DICI, NE HAI ABBASTANZA? E va bene, la chiudo qui. Però, insomma, ci siamo capiti, no? Tante volte l'acqua di casa sarà pure buona da bere (si, vabbè, ma allora non mi leggi!), però dal punto di vista del suo uso tecnologico vorrei sapere proprio chi è che non si lamenta.

Per risolvere il problema sono stati inventati diversi sistemi. Alcuni molto efficaci, altri un po' meno, per qualcun altro ancora, l'effetto è discutibile, ma oggi voglio riferirmi in particolare agli  addolcitori a scambio ionico. No, non pensare al mare più meridionale che abbiamo, caro Tommaso, perché non ci azzecca niente (direbbe un tale che conosco). Per capire di cosa stiamo parlando, però, non è neanche necessario che tu sappia districarti tra ioni, protoni ed elettroni. Queste cose qua le lasciamo ai tecnici, così loro possono far finta di capirci. Noi ci accontenteremo di sapere che i problemi che tanto affliggono le massaie e i capi famiglia di cui sopra, sono dovuti all'eccesso di alcuni elementi (principalmente il calcio) nell'acqua. Questi elementi, sotto alcune condizioni (sbalzi di pressione e/o di temperatura), è, per così dire, come se si coagulassero (tecnicamente precipitano) creando i piccoli disastri che ho già elencato. La tecnica dello scambio ionico, tra le tante, è di sicuro la più consolidata ed efficace in ambito casalingo. Si tratta di installare un altro elettrodomestico (oddio, un altro?!?) che però di elettrico ha pochissimo e pertanto non consuma quasi niente.

Il suo funzionamento è basato sostanzialmente sulla pressione stessa dell'acqua di rete. L'acqua viene costretta a passare a contatto con delle speciali sostanze (resine) che, per come sono fatte, somigliano un po' al caviale. Questa specie di caviale di plastica ha il vezzo di attirare a sé le particelle disciolte nell'acqua che hanno particolari caratteristiche elettrochimiche (nel nostro caso gli ioni come quelli di calcio) rilasciando, nel contempo, nell'acqua stessa, altre particelle di cui è invece stracarico (ioni di sodio). Da notare, però, che per quanto le resine possano essere all'inizio stracariche di ioni sodio, dagli e dagli, un poco alla volta, finirà per cederli tutti.
Allora il nostro aggeggio che s'inventa? Nottetempo, quando l'acqua  non serve a nessuno, fa partire un programma di  rigenerazione  che butta via tutti gli ioni di calcio che si sono accumulati sulle resine e li sostituisce (forzando il processo all'inverso) con gli ioni di sodio. E così la giostra può ricominciare.

Ma chi glieli dà gli ioni di sodio all'aggeggio? Ma glieli dà Tommaso, no? Ecco, perché Tommaso mette il sale nell'acqua per addolcirla! Che avevate capito?  Tommaso ogni tanto, che so, dipende, ogni quindici giorni, prende un sacco da 25 chili di sale e lo versa nell'apposito contenitore dell'aggeggio. Tutto questo ambaradan (che raccontato così sembra complesso ma che in realtà necessita soltanto di uno sguardo nella tinozza di tanto in tanto), non fa quindi altro che sostituire nella nostra acqua il calcio (che forma il calcare) con il sodio (che invece non precipita e non forma un bel niente) evitandoci un sacco di  fastidi e facendoci anche risparmiare qualcosa.

Certo, caro Tommaso, lo so anch'io che il sale ha un suo costo (anche se però, quello specifico per addolcitori, meno raffinato di quello di cucina, costa poco) ma tu devi pensare che oltre al risparmio relativo agli interventi di manutenzione evitati (e Dio lo sa cosa vuol dire) c'è da considerare quello relativo ai detersivi che è sicuramente più rilevante e facilmente misurabile. Devi sapere, infatti, che il consumo di detersivo per lavabiancheria e lavastoviglie può diventare meno della metà dopo l'addolcimento di un'acqua abbastanza dura. L'ultimo vantaggio, poi, è difficile da spiegare e non si può capire per davvero se non si è mai fatto una doccia oppure uno shampoo con acqua addolcita. E ho detto tutto .... diceva Totò.

2 commenti:

  1. Ma è vero, come ho sentito dire, che l'acqua trattata con gli addolcitori non è più potabile?

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  2. La risposta al commento di Luca coinvolgerebbe aspetti tecnici e normativi ma, in linea con il tono discorsivo di questo blog, proverò a rispondere in maniera non troppo dettagliata. Quando l’acqua viene sottoposta ad addolcimento per scambio ionico, una certa quantità di calcio viene eliminata per fare posto ad una quantità di sodio che invece viene aggiunta in essa. Tale quantità aggiuntiva di sodio dipende dalle durezze iniziale e finale e potrebbe, in linea teorica, portare il livello complessivo del sodio medesimo fuori dal limite massimo ammissibile per l’acqua potabile (che, per la cronaca, è di 200 mg/l). Se tale evenienza si verifica, allora siamo in presenza di una situazione di perdita di potabilità. Se invece ciò non accade, l’acqua continua a rimanere potabile. Anche se, però, l’acqua così trattata sarà certamente meno buona di prima (dal momento che per il sodio presente nell’acqua potabile meno ce n’è e meglio è). L’addolcimento non è mai, come qualcuno sostiene, un processo di depurazione ai fini alimentari. Esso è funzionale esclusivamente all’uso tecnologico dell’acqua.

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