Benvenuto fra noi! Questo blog è rivolto a tutti coloro che, avendo a cuore la propria salute e quella dei propri cari, pensano che un po' del loro tempo speso a capirci qualcosa in più sull'acqua sia davvero un buon investimento.

venerdì 7 gennaio 2011

Alcuni credono che Tommaso sia stupido.

L'ente di gestione che mi porta l'acqua in casa mi fa sapere che essa è .... buona da bere. E vorrei vedere che mi dicesse il contrario! Un antico detto napoletano recita: "acquaiuò, l'acqua è fresca?" e lui risponde: "manc 'a neve!" che tradotto farebbe più o meno così : "Acquafrescaio, la tua acqua è fresca?" risposta: "manco/a la neve" cioè "più della neve" o, in alternativa: "manca la neve (e quindi non lo è)". Il più classico dei giochi di parola di sibilliana memoria. Che cosa significa che l'acqua è buona da bere? Forse  che è conforme al decreto legislativo che definisce i parametri da rispettare affinché l'acqua possa essere destinata al consumo umano? [D. Lgs. n. 31/2001] In parole povere: che è potabile? E ci mancherebbe! Se così non fosse ci sarebbero gravissime responsabilità anche di carattere penale. Ma questa affermazione, oltre ad essere, come abbiamo visto, di una banalità sconcertante, mi stimola una domanda: perché non mi dicono che è ottima, eccezionale, unica e superlativa, come fanno tutte le pubblicità di questo mondo? Perché si limitano, attraverso una costosa campagna pubblicitaria (che poi paghiamo noi) ad uno striminzito buona da bere? I motivi, io lo so, sono diversi, ma cosa vuoi che ne sappia tu, caro Tommaso?


Il motivo numero uno sta nel fatto che molto spesso il rispetto dei parametri di legge è assicurato per il rotto della cuffia; secondo, non di rado i limiti di legge sono stati artificialmente innalzati per effetto di apposite norme in deroga come viene ampiamente riportato in un mio precedente articolo; terzo, ma non meno importante, c'è il fatto che in alcuni casi particolari  i valori per certi parametri devono essere molto più bassi di quelli previsti per la generalità dei casi. E' meglio fare un esempio: Il limite di legge per il contenuto di nitrati è di 50 mg/l ma valori superiori a 10 mg/l sono considerati pericolosi (non certo da me, ma dalla più recente normativa relativa alle acque minerali) per acque somministrate a soggetti in età infantile (vedi al riguardo cosa scrive l'A.I.R.C.). Il mio ente gestore mi dichiara, in allegato alla fattura, che nella mia acqua vi sono 14 mg/l di nitrati. Punto. Non dice altro. Non è tenuto a dire altro. Nessuno lo obbliga a farlo. La legge non lo prevede. E quindi la mia acqua è... buona da bere. Con buona pace di tutte le  mamme e dei loro bambini. E' anche per questo motivo che i pediatri, per il biberon del lattante, raccomandano l'uso di acque particolari (normalmente vendute in farmacia a caro prezzo). Solo che  questa tutela sarebbe bene che venisse estesa a tutti gli anni dell'accrescimento e dello sviluppo e non limitata soltanto ai primi mesi di vita.

Tu, caro Tommaso, queste cose non hai modo di saperle (se nessuno te le racconta!) però, aggiungo io, non ne hai nessun bisogno. Tu apri il rubinetto, guardi scorrere l'acqua, l'osservi, l'annusi, ne bevi un lungo sorso e..............vai a comprare l'acqua minerale. E come te fanno circa il 95% degli italiani. Dopodiché, una volta seduto a tavola, davanti a una bella bottiglia di plastica, ti sorbisci un bel po' di spot a base di particelle di sodio, uccellini e leggerezze varie di montagna e così ti senti bello, tranquillo e rinfrancato della tua scelta.
Il sistema è semplice, comodo ed efficace. Deve funzionare per forza. E  in effetti funziona. Eccome se funziona! Mica tu e il restante 95% siete tutti stupidi. Certo, spendete tanti soldi. E poi vi dovete preoccupare di non far mai mancare le scorte. Dovete andare a comprarla e dovete trasportarla fino a casa (oppure dare la mancia al garzone aumentando il costo effettivo della bottiglia). Dovete raccogliere la plastica per fare la differenziata (oddio questo non è proprio vero dovunque!) e poi, infine, dovete sperare (qui non potete fare davvero altro) che quelle bottiglie siano state conservate correttamente senza lunghe esposizioni al sole etc, etc durante il tempo (anche di qualche anno) che è intercorso fra l'imbottigliamento e la vostra tavola. Tu, caro Tommaso, non sei affatto stupido ed io lo so, ne sono assolutamente convinto. E' che ti hanno messo in mezzo. E' che ti hanno teso una trappola. Una delle tante. Oggi è di moda in tanti campi fare in questo modo ma ......... non voglio uscire dal seminato.

Però, e qui casca l'asino, c'è qualcuno che pensa che tu sia stupido. Anzi, ce n'è più d'uno. Sono tutti quelli che pensano che possa bastare dirti che la tua acqua è .... buona da bere. Quelli che ..... l'acqua del sindaco. Quelli che .....imbrocchiamola. E via di questo passo. Tutti coloro, cioè, che pensano che possa bastare uno slogan, una pubblicità, un sito internet ben fatto, la parola di un sindaco autorevole o altre amenità di questo genere per spazzare via dubbi, paure e preconcetti di una enorme massa di consumatori. Dubbi, paure e preconcetti che fanno invece la felicità e la fortuna economica dei soliti noti (ma di questo credo che parleremo una prossima volta).
Non è di sicuro con un approccio svogliato e di circostanza (buona da bere), nè con la sicumera dei volenterosi (l'acqua del sindaco) e neanche con le posizioni rigidamente ideologiche (imbrocchiamola) di grandi e rispettabili organizzazioni ambientalistiche che si può risolvere il problema. Tommaso non è stupido e non basta una pacca sulla spalla a convincerlo contro ogni reale e incontrovertibile evidenza: l'acqua dei nostri rubinetti non è mai un granché e molto spesso è davvero cattiva (e mi esprimo così  per senso di responsabilità).

Quindi, chi ha a cuore l'economia delle famiglie, la salvaguardia delle falde acquifere, la protezione e la conservazione dell'ambiente, dovrebbe dare responsabilmente ed onestamente dei consigli e degli orientamenti che siano concreti, fattivi, consistenti, con delle argomentazioni davvero forti e convincenti. Bisognerebbe cioè ammettere che per una serie di motivi tecnicamente ed economicamente a volte insuperabili non è possibile garantire sempre che dai rubinetti possa uscire un'acqua veramente ottima come tutti quanti desideriamo.  Bisognerebbe pure aggiungere, però, che esistono e sono oggi largamente disponibili strumenti e tecniche economicamente convenienti in grado di trattare l'acqua immediatamente prima della sua fuoriuscita dal rubinetto in maniera tale da soddisfare pienamente qualsiasi standard qualitativo (anche quelli relativi alla primissima infanzia) partendo da un'acqua che invece inizialmente è ....  soltanto potabile. Cioè, come dicono alcuni, .... buona da bere.

2 commenti:

  1. Ho pubblicato l'indirizzo del tuo blog su facebook e divulgato il tuo ultimo articolo (su Tommaso per intenderci) come supporto pratico alla decantata piacevolezza del leggerti, sia per sapienza, cognizione di causa nelle affermazioni,che per simpatia, verve, sagacia e senso dell'humor che rende piacevole e facile argomenti altrimenti ostici e noiosi anche se a salvaguardia della ns salute e del ns benessere
    In bocca al lupo e ad maiora. Anna

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  2. io per salvaguardare la salute della mia famiglia, non ho ascoltato le 4 c....e sulla potabilità dell'acqua, ho seguito i consigli di un amico ed ho acquistato un impianto di acqua depurata.
    Con questa scelta ho risolto diverse problematiche FAMILIARI ELIMINANDO LE BOTTIGLIE DI PLASTICA CON RELATIVO RISPARMIO ECONOMICO E DANDO LA POSSIBILITà ALLE MIE DUE FIGLIOLETTE DI BERE ACQUA DAL RUBINETTO 24H SU 24

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